Web 2.0 Fatti o pugnette
Fatti o pugnette? Il marketing 2.0 ovvero Facebook, Twitter, YouTube (… ma anche Delicious, FourSquare, Pinterest, Instagram, etc. etc.)
Qualche giorno fa un simpaticissimo signore (non lo dico ironicamente, è simpatico davvero) mi ha definito come quella che si occupa di “pugnette”… non gli veniva in mente il termine social network, tanto meno il nebuloso 2.0 del marketing o del web e ha trovato un francesismo per qualificare in maniera esatta la mia attività.
Mi sono offesa? Ma neanche per idea, quel signore a suo modo ha ragione, probabilmente (non ho dati statistici alla mano)l’80% dei discorsi che circolano sui social network hanno natura di quisquilie. Ma la natura dei discorsi, in generale, di che tipo è? Che cosa anima le conversazioni in autobus, a tavola o passeggiando per la strada? Di quali pensieri è popolato il cervello delle persone, preoccupazioni personali a parte?
Non voglio certo banalizzare o sminuire le capacità o gli interessi medi della gente, però mi piace molto la metafora di Luciana Littizzetto che descrive la testa delle donne come una vasca piena di palline colorate, piena di balìn, come dice lei (mentre la testa degli uomini è riempita da pochi grandi balùn, che occupano molto più spazio e spesso fanno più danni).
Fino a pochi anni fa le aziende comunicavano attraverso noiosi monologhi autocelebrativi (la nostra mission, la nostra vision, i nostri risultati, etc…), senza magari preoccuparsi di dotarsi di un buon servizio clienti o di un adeguato servizio post-vendita, in grado di risolvere dubbi o problematiche. Tanto le esperienze negative dei consumatori restavano confinante in qualche telefonata verso l’ufficio reclami oppure in lamentele tra le mura domestiche.
Le aziende si parlavano addosso, invece che parlare con noi. Invece che parlare di noi.
I clienti erano la risposta alle loro esigenze di fatturato.
Oggi sono le aziende che diventano risposta alle esigenze specifiche del cliente.
Almeno, sono così quelle vincenti. Anche nel fatturato, ma non solo.
Grazie ai social media, al chiacchierio continuo su tutto, all’amplificazione, alla condivisione, al rimbalzo, al commento, il punto di vista si è ribaltato.
E questo mi pare un bel risultato.
Manuela